Gazzetta Ambiente - numero 3 - anno 2013
Articoli presenti nella sezione
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di Federico Gemma
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di Angela Maria Russo
Una matita e un taccuino e puoi salvare la biodiversità! Forse l'assunto è un
po' schematico e può suonare piuttosto estremo. Ma basta scorrere quello che scrivono i due Autori di questo denso dossier, curato da Roberto Sinibaldi, per cogliere subito il valore del loro lavoro.
Federico Gemma e Angela Maria Russo sono entrambi biologi, ma questa
è solo una delle basi del loro talento. Un'altra dote iniziale è certamente
l'inclinazione e una certa virtù nel disegno. Una capacità che è diventata
un merito attraverso l'esercizio e l'applicazione, tanto da trasformarsi in un
lavoro. Un lavoro di grande qualità, ma difficile da identificare: Gemma si
definisce pittore naturalista; Russo artista naturalistica. Tuttavia per entrambe le definizioni c'è bisogno di specificare meglio subito dopo.
Probabilmente le nostre latitudini culturali si fanno sentire: non apparteniamo al mondo anglosassone, dove questo tipo di attività vanta ben altre tradizioni, esperienze e divulgazione sociale. E sono appunto questi gli obiettivi su cui puntare per diffondere la conoscenza, che è alla base della difesa dell'ambiente e, più in generale, della biodiversità. Ed eccoci tornati all'assunto iniziale.
Abilità e bravura dei nostri due autori, per quanto evidenti ed emozionanti
in molte loro tavole, non bastano a cambiare il concetto – purtroppo frequente nel nostro Paese – che considera il disegno un desueto strumento ottocentesco. Al contrario, è vero esattamente l'opposto. Ed è dimostrabile sperimentalmente. Noi tutti siamo consumatori di immagini; nell'era digitale nella quale siamo immersi, nello scorrere veloci di figure che compongono sempre più il quadro di riferimento delle nostre conoscenze, disegnare non è un passo indietro nella storia, come con supponenza qualcuno potrebbe sostenere. È invece un formidabile strumento di analisi dei dettagli di quello che ci sta davanti. Disegnare, dipingere, illustrare, ci costringe a "osservare", ad accorgerci di elementi che mai avremmo notato guardando semplicemente una foto, o lo schermo di un computer o di una televisione.
L'uso, la diffusione, il piacere del disegno, non significa però solo distinguere più facilmente un fiore o un uccello. Significa soprattutto contribuire alla conoscenze e insegnare ad amare la natura. La difesa della biodiversità passa anche da qui.
po' schematico e può suonare piuttosto estremo. Ma basta scorrere quello che scrivono i due Autori di questo denso dossier, curato da Roberto Sinibaldi, per cogliere subito il valore del loro lavoro.
Federico Gemma e Angela Maria Russo sono entrambi biologi, ma questa
è solo una delle basi del loro talento. Un'altra dote iniziale è certamente
l'inclinazione e una certa virtù nel disegno. Una capacità che è diventata
un merito attraverso l'esercizio e l'applicazione, tanto da trasformarsi in un
lavoro. Un lavoro di grande qualità, ma difficile da identificare: Gemma si
definisce pittore naturalista; Russo artista naturalistica. Tuttavia per entrambe le definizioni c'è bisogno di specificare meglio subito dopo.
Probabilmente le nostre latitudini culturali si fanno sentire: non apparteniamo al mondo anglosassone, dove questo tipo di attività vanta ben altre tradizioni, esperienze e divulgazione sociale. E sono appunto questi gli obiettivi su cui puntare per diffondere la conoscenza, che è alla base della difesa dell'ambiente e, più in generale, della biodiversità. Ed eccoci tornati all'assunto iniziale.
Abilità e bravura dei nostri due autori, per quanto evidenti ed emozionanti
in molte loro tavole, non bastano a cambiare il concetto – purtroppo frequente nel nostro Paese – che considera il disegno un desueto strumento ottocentesco. Al contrario, è vero esattamente l'opposto. Ed è dimostrabile sperimentalmente. Noi tutti siamo consumatori di immagini; nell'era digitale nella quale siamo immersi, nello scorrere veloci di figure che compongono sempre più il quadro di riferimento delle nostre conoscenze, disegnare non è un passo indietro nella storia, come con supponenza qualcuno potrebbe sostenere. È invece un formidabile strumento di analisi dei dettagli di quello che ci sta davanti. Disegnare, dipingere, illustrare, ci costringe a "osservare", ad accorgerci di elementi che mai avremmo notato guardando semplicemente una foto, o lo schermo di un computer o di una televisione.
L'uso, la diffusione, il piacere del disegno, non significa però solo distinguere più facilmente un fiore o un uccello. Significa soprattutto contribuire alla conoscenze e insegnare ad amare la natura. La difesa della biodiversità passa anche da qui.
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